07 giugno 2020

STEP#24 - La libertà: sintesi finale

La libertà viene definita nel vocabolario come "lo stato di chi è libero". Essa ha diverse etimologie e pronunce in molte lingue del mondo; tuttavia però, l'origine etimologica più certa è quella latina, da "liber", dove il termine indicava lo status di uno schiavo liberato dal suo padrone. Oggetto di molte rappresentazioni, la libertà era presente già nella mitologia antica, in quanto rappresentava la dea Libertas, la dea della buona sorte, che aveva grande importanza nel mondo romano.
Considerata da molti come un'utopia, è stata oggetto di ricerca, lotte e riflessioni per molti studiosi e personaggi famosi, fra i quali cito solamente Giacomo Leopardi e Martin Luther King. La libertà è di fatto molto importante: risulta essere un topos molto attualebasti pensare solamente all'emergenza coronavirus scoppiata di recente, e sul quale molte volte si sente discutere, soprattutto nei fatti di cronaca e nei suoi limiti nello sviluppo.
La ritroviamo nella storia e nella vita dell'uomo, anche dell'uomo di oggi, a cominciare dalle parole, dalle mappe concettuali, dai testi letterari, dalla poesia, arrivando fino alla pubblicità e alle serie TV che vediamo in televisione! E non solo: la troviamo innanzitutto nelle discussioni etiche; si passa poi alla filosofia, contemporaneamedievale-moderna o antica; è presente anche nel mondo dell'arte e in quello cinematografico, addirittura la si può trovare nell'universo ingegneristico.


(Nel testo sono presenti link che collegano a tutti gli altri step presenti nel blog da me realizzato)

04 giugno 2020

"La libertà, se l’ha dimenticato, è il diritto dell’anima di respirare, e se essa non può farlo le leggi sono cinte troppo strette. Senza libertà l’uomo è una sincope."


frase tratta dal film "Will Hunting - Genio Ribelle" (1997)

03 giugno 2020

STEP#23 - Mappa concettuale della libertà



In questo post ho realizzato una mappa concettuale in riferimento al mio termine, cercando di inserirla in una dimensione olistica di insieme. 

La linea gialla nella mappa concettuale è stata messa per aiutare il lettore a capire i collegamenti fra le parole e a prendere spunto per un discorso fra di esse. La maggior parte di queste parole inserite si rifanno direttamente, come discorsi, ad alcuni step indicati dal professor Marchis durante il corso.


(La mappa è stata realizzata con l'applicazione Paint)

02 giugno 2020

STEP#22 - "A story of freedom"

In questo step ci è stato richiesto di scrivere una breve trama di una serie tv, in tre puntate, facendo riferimento agli step finora sviluppati ed immaginando dei personaggi odierni che possano rappresentare queste applicazioni.


- Puntata n°1 - 

Maggio 2020. Ci troviamo negli Stati Uniti. James, un bambino di colore di diciannove anni, abita a Minneapolis, Minnesota: una vita normale, fatta di giornate passate a seguire lezioni di matematica a scuola, di partite a calcio e di feste con gli amici di una vita. Un ragazzo come gli altri, una vita come le altre. Tutto cambia però una sera di inizio estate: James è uscito insieme ai suoi amici ed insieme decidono di andare ad una festa dove ci sono i loro compagni di scuola: la serata procede bene e il gruppo si diverte molto bevendo e ascoltando la musica del DJ; James anche si lascia andare e anche lui beve, forse un pelo di più del normale. Nel tragitto per casa, lui e i suoi amici si imbattono in una pattuglia della polizia: dall'auto scende un poliziotto, particolarmente ostile verso la gente di colore, scende dall'auto e comincia a fare domande al ragazzino, il quale dice al poliziotto di lasciarlo stare. E qui accade il peggio.


- Puntata n°2 - 

La situazione sfugge di mano: il poliziotto prende il ragazzo, il quale si dimena e prova a scappare; rabbioso e pieno di odio nei confronti del povero James, lo ammanetta e, vista la continua resistenza del ragazzo, lo immobilizza schiacciandolo a terra, con tutto il peso del corpo su di lui. "Non respiro!" urla ripetutamente James. Il poliziotto non si sposta. James insiste dicendo "Fermo, così mi uccidi!". Niente, nessun movimento da parte dell'uomo. Il ragazzo sviene e non sembra riprendere coscienza. I suoi amici, preoccupati dalla situazione, chiamano un'ambulanza e chiedono aiuto in giro. Subito arrivano i paramedici e sul posto si raduna molta gente. Purtroppo per loro, per James è troppo tardi: il ragazzo ha un collasso respiratorio durante il viaggio. I medici provano a rianimarlo, ma purtroppo non riescono a salvarlo.. una giovane vita spezzata.


- Puntata n°3 - 

Subito la notizia dell'accaduto si sparge dappertutto: sui social, in città, sul giornale. Subito si mobilita la città e per protestare si mobilitano numerosi cortei di protesta contro il razzismo; la famiglia chiede che venga fatta giustizia per James e promuove così queste proteste della gente contro l'abuso di potere della polizia, un reato che molte volte in questo paese è rimasto inpunito. La protesta diventa subito virale, tanto che il sindaco della città e tutto il corpo della polizia si schierano addirittura dalla parte dei protestanti, condannando il gesto del poliziotto e piangendo la morte ingiusta del ragazzo. In seguito, la magistratura indaga per far luce sul caso e il poliziotto viene querelato per la vicenda: da subito viene espulso dal corpo di polizia, per poi venir processato ed in seguito condannato per abuso di potere e omicidio. Tutta questa storia ci porta a riflettere sull'importanza della libertà, dei diritti fondamentali che una persona deve avere e che gli altri devono rispettare.



La trama descritta precedentemente si basa su fatti realmente accaduti negli Stati Uniti a fine maggio 2020, con la morte di George Floyd e delle conseguenti rivolte nelle maggiori città della nazione, e nel mondo, per la lotta contro il razzismo e l'abuso di potere delle forze dell'ordine. 

(Per saperne di più: Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Morte_di_George_Floyd)

01 giugno 2020

STEP#21 - L'etica e la libertà

In questo post voglio analizzare il tema della libertà dal punto di vista dell'etica prendendo in analisi un paio di casi, valutati sia positivamente che negativamente, da cui prendere spunto per una breve riflessione.

Un iniziale discorso che voglio fare riguarda l'attuale emergenza dovuta al Covid-19: durante questi mesi siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa per cercare di arginare il contagio; tuttavia, facendo questo abbiamo ricevuto indicazioni da alcuni scienziati e medici esperti, che in materia sono molto più preparati di noi e che di fatto ci hanno aiutato a far luce sulle nuove regole da rispettare adesso. Questo però ha fatto sorgere un problema: in situazioni di emergenza, molto spesso le persone tendono a chiedere aiuto ad altri individui che possono aiutarli a uscire nel migliore dei modi da questa situazione difficile. In altre parole, rinunciamo alla nostra libertà per affidarci alle scelte di un'altra persona diversa da noi. E' sempre la cosa migliore da fare? Si può ammettere che questo discorso può sembrare non completamente 'catastrofico' dal punto di vista dell'emergenza coronavirus, tuttavia se poniamo l'esempio della politica, ove la gente vota e delega dei rappresentanti, la si può vedere sotto un'ottica totalmente diversa: se magari i candidati fanno determinate promesse in campagna elettorale, ottenendo cosi maggiori consensi da parte della gente, per poi tradire in seguito le aspettative quando vengono eletti, la libertà di questi viene abusata da parte dei candidati. E' dunque giusto affidare le proprie (in)decisioni ad altri? E' giusto limitare la propria libertà per risolvere problematiche?

Un altro problema di etica della libertà riguarda il tema della privacy, tema di grande attualità ed importanza per i diritti delle persone. Il diritto della privacy è diventato di grandissima importanza soprattutto dopo l'avvento dei social, partendo da Twitter fino ad arrivare a Instagram e Facebook, e sull'argomento ci sono stati molti dibattiti. Infatti, molti sostengono che molte di queste applicazioni, quali ad esempio Google, sfruttino il microfono del cellulare e siano "in ascolto" delle nostre conversazioni, per poi sfruttare le informazioni da queste ricavate e mostrarci delle inserzioni (pubblicità) che riguardano ciò di cui stavamo parlando. Ad esempio: tu ed un tuo amico state parlando della partita di calcetto a cui avete partecipato la sera prima; appena torni a casa, accendi il telefono e cominci a guardare Instagram e noti che ti vengono mostrate inserzioni relative a scarpe da calcetto o di magliette da calcio. Queste aziende sono obbligate per legge a salvaguardare i tuoi dati e a non divulgarli a terzi senza autorizzazione, tuttavia è davvero giusto che queste applicazioni possano "spiarci" e controllare sia noi che le nostre abitudini di vita? E' possibile che questo non comporti anche una specie di "tracciamento" continuo di dove siamo e di cosa stiamo facendo, come una sorta di Grande Fratello1



1 - L'espressione "Grande Fratello" ("Big Brother") è presa dal celebre libro "1984" (pubblicato nel 1949) di George Orwell ed indica simbolicamente il dittatore dello stato totalitario Oceania, che tiene costantemente tutti sotto meticoloso controllo (in particolare, famosa è la frase del libro "Big Brother is watching you"/"Il Grande Fratello ti sta guardando", scritta sui manifesti).

27 maggio 2020

STEP#20 - La libertà nello Zibaldone di Leopardi


Autore: A. Ferrazzi
Titolo: Giacomo Leopardi
Data: 1820
Ubicazione: Palazzo Leopardi, Recanati, Italia
Tecnica: olio su tela

«
[..] 
In questo modo io sostengo che Adamo ebbe non una scienza propriamente, ma delle credenze infuse: non la cognizione del vero, indifferente per lui, ma delle opinioni credute veramente vere da lui, opinioni di credere il vero (senza di che non v'è credenza), e opinioni veramente convenienti alla sua natura, e alla sua felicità, e quindi conducenti alla perfezione. E Adamo ne dovette avere necessariamente, come gli altri animali, perchè senza credenze non c'è vita per quegli esseri che dipendono nell'operare dalla determinazione della propria volontà, come ho dimostrato. Queste credenze ingenite, primitive e naturali, non sono altro se non quello che si chiama istinto, idee innate ec. Gli animali ne hanno: non si contrasta: ma non perciò non son liberi: se non fossero liberi sarebbono macchine pure: l'istinto non è altro che quello che ho detto, cioè credenze ingenite. Queste non tolgono la libertà, perchè non fanno altro che determinare la volontà, e non già forzare macchinalmente gli organi: nello stesso modo [440] che una credenza qualunque, o ingenita o acquistata, non toglie la libertà o la scelta all'uomo. Che il ragionamento necessario per iscegliere sia determinato da principii naturali ed innati, o da principii acquistati colla cognizione, da principii veri, o da principii falsi ma creduti naturalmente veri; [..]»
Giacomo Leopardi, Zibaldone, p. 439-440, (22 dic. 1820) 


In questo post prendo in analisi lo Zibaldone (1899) di Giacomo Leopardi, grandissimo scrittore e filosofo italiano del XVII secolo, e riporto alcuni passi del testo dove si parla del tema della libertà: come riportato qui sopra, la libertà viene chiamata in causa come la volontà e l'istinto insito negli uomini, il quale consente a lui stesso e gli animali di prendere delle scelte e di distinguersi dalle macchine.


(Per saperne di più sulla vita di Giacomo Leopardi: Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Leopardi)

26 maggio 2020

"L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo."


Giordano Bruno

25 maggio 2020

STEP#19 - La libertà nell'utopia

Autore: Hans Holbein il Giovane
Titolo: Ritratto di Sir Thomas More
Data: 1527
Ubicazione: Frick Collection, New York, Stati Uniti
Tecnica: olio su tavola

La libertà è uno dei concetti che meglio si lega al concetto di utopia: in molti hanno provato a immaginare un mondo ideale dove le persone possano godere del piacere della libertà in tutte le sue forme; più in particolare, Thomas More (italianizzato Tommaso Moro), un umanista e scrittore inglese del XV secolo, scrisse Utopìa (1516), dove teorizzò una fittizia isola-repubblica, abitata da una società ideale, ispirandosi alla Repubblica di Platone e trattando una svariata gamma di argomenti come la filosofia, la politica, il comunitarismo, l'economia, l'etica e, più specificatamente, l'etica medica.

Utopìa è un'opera suddivisa in due libri: nel primo libro, Moro presenta e spiega la struttura sociale ed economica dell'Inghilterra del XV secolo; nel secondo invece avviene la narrazione del viaggio che il protagonista Raffaele Itlodeo, un viaggiatore-filosofo, compie per primo nell'isola dUtopia, una società perfetta creata da Utopo, primo principe dell'isola.
L'isola è governata da un principe che ha il potere di coordinare le varie istituzioni e di rappresentare il popolo. Il governo è affidato a magistrati, eletti da rappresentanti di ogni famiglia. Nello stato vige il principio (rivoluzionario per l'epoca di Moro) della libertà di parola e di pensiero e soprattutto della tolleranza religiosa, che tuttavia si esprime solo verso i credenti: gli atei non sono puniti, ma sono circondati dal disprezzo degli abitanti di Utopia e sono loro precluse le cariche pubbliche. L'isola si basa su una struttura agricola ed è proprio l'agricoltura a fornire i beni utili per industrie, artigianato e le altre attività. Oltre a ciò, sull'isola in generale si produce solo per il proprio fabbisogno e non per il mercato. Le monete e l'oro sono considerati privi di valore e i cittadini si servono dei magazzini generali secondo le necessità. 
La città è pianificata in modo tale che tutti gli edifici siano costruiti nello stesso modo. In questa società esiste la schiavitù, ma solo per chi commette dei reati gravi. Vi è anche il controllo delle nascite, così che il numero dei figli venga stabilito in modo tale che rimanga lo stesso: vengono accuditi e allevati in sale comuni e sono le stesse madri a occuparsene. Gli abitanti dell'isola trascorrono il loro tempo libero leggendo i classici e occupandosi di musica, astronomia e geometria.