01 giugno 2020

STEP#21 - L'etica e la libertà

In questo post voglio analizzare il tema della libertà dal punto di vista dell'etica prendendo in analisi un paio di casi, valutati sia positivamente che negativamente, da cui prendere spunto per una breve riflessione.

Un iniziale discorso che voglio fare riguarda l'attuale emergenza dovuta al Covid-19: durante questi mesi siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa per cercare di arginare il contagio; tuttavia, facendo questo abbiamo ricevuto indicazioni da alcuni scienziati e medici esperti, che in materia sono molto più preparati di noi e che di fatto ci hanno aiutato a far luce sulle nuove regole da rispettare adesso. Questo però ha fatto sorgere un problema: in situazioni di emergenza, molto spesso le persone tendono a chiedere aiuto ad altri individui che possono aiutarli a uscire nel migliore dei modi da questa situazione difficile. In altre parole, rinunciamo alla nostra libertà per affidarci alle scelte di un'altra persona diversa da noi. E' sempre la cosa migliore da fare? Si può ammettere che questo discorso può sembrare non completamente 'catastrofico' dal punto di vista dell'emergenza coronavirus, tuttavia se poniamo l'esempio della politica, ove la gente vota e delega dei rappresentanti, la si può vedere sotto un'ottica totalmente diversa: se magari i candidati fanno determinate promesse in campagna elettorale, ottenendo cosi maggiori consensi da parte della gente, per poi tradire in seguito le aspettative quando vengono eletti, la libertà di questi viene abusata da parte dei candidati. E' dunque giusto affidare le proprie (in)decisioni ad altri? E' giusto limitare la propria libertà per risolvere problematiche?

Un altro problema di etica della libertà riguarda il tema della privacy, tema di grande attualità ed importanza per i diritti delle persone. Il diritto della privacy è diventato di grandissima importanza soprattutto dopo l'avvento dei social, partendo da Twitter fino ad arrivare a Instagram e Facebook, e sull'argomento ci sono stati molti dibattiti. Infatti, molti sostengono che molte di queste applicazioni, quali ad esempio Google, sfruttino il microfono del cellulare e siano "in ascolto" delle nostre conversazioni, per poi sfruttare le informazioni da queste ricavate e mostrarci delle inserzioni (pubblicità) che riguardano ciò di cui stavamo parlando. Ad esempio: tu ed un tuo amico state parlando della partita di calcetto a cui avete partecipato la sera prima; appena torni a casa, accendi il telefono e cominci a guardare Instagram e noti che ti vengono mostrate inserzioni relative a scarpe da calcetto o di magliette da calcio. Queste aziende sono obbligate per legge a salvaguardare i tuoi dati e a non divulgarli a terzi senza autorizzazione, tuttavia è davvero giusto che queste applicazioni possano "spiarci" e controllare sia noi che le nostre abitudini di vita? E' possibile che questo non comporti anche una specie di "tracciamento" continuo di dove siamo e di cosa stiamo facendo, come una sorta di Grande Fratello1



1 - L'espressione "Grande Fratello" ("Big Brother") è presa dal celebre libro "1984" (pubblicato nel 1949) di George Orwell ed indica simbolicamente il dittatore dello stato totalitario Oceania, che tiene costantemente tutti sotto meticoloso controllo (in particolare, famosa è la frase del libro "Big Brother is watching you"/"Il Grande Fratello ti sta guardando", scritta sui manifesti).

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