14 aprile 2020

STEP#08 - La libertà nei dialoghi di Platone

«[..] Se poi la morte è una trasmigrazione da qui ad altro luogo, ed è vero quel che si dice, cioè che là dimorano tutti i morti, qual bene, o giudici, potremmo noi allora aspettarci maggiore di questo? Se, giungendo nell’Ade, dopo esserci liberati da questi qua che si danno il nome di giudici, si troveranno i veri giudici, quelli che anche là giudicano, Minosse, Radamànto, Eaco e Trittolèmo e tutti gli altri semidei che in vita furono giusti, sarebbe forse da disprezzare tale trasmigrazione? O al contrario, non sarebbe essa di tal valore da pagare qualsiasi prezzo pur di potere 
conversare con Musèo, Orfeo, Esiodo e Omero? [..]»


Platone, Apologia di Socrate
capitolo XXXII - "La morte è in ogni caso e per chiunque un bene", 
parte terza - "Socrate è condannato a morte"



In questo post, si mette in luce la presenza del concetto di libertà all'interno di un dialogo di Platone, ovvero l'Apologia di Socrate. In questo estratto, Socrate si rivolge ai giudici e afferma che la trasmigrazione dell'anima alla vita ultraterrena può essere intesa come una liberazione.


(Fonte: Ousia.it, http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/testi.html > Apologia di Socrate)

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