04 maggio 2020

STEP#12 - La libertà nel pensiero medievale e moderno

«[..] Tale è questa libertà umana, che tutti si vantano di possedere, che in effetti consiste soltanto in questo: che gli uomini sono coscienti delle loro passioni e appetiti e invece non conoscono le cause che li determinano [..]»

Baruch Spinoza, tratto da Ethica, V, 3


La concezione della libertà nell'età moderna è totalmente differente rispetto a quella che abbiamo noi oggi ed è piena di sfumature: in quel periodo vi erano infatti due correnti filosofiche, gli empiristi ed i razionalisti, che avevano pensieri diversi riguardo il tema della libertà e del libero arbitrio; per questo motivo, ho voluto analizzarla prendendo in considerazione le idee di Baruch Spinoza, filosofo olandese del XVII sec. e massimo esponente della corrente dei razionalisti.

Riprendendo gli stoici e i neoplatonici, Spinoza concepisce l'uomo come un "modo" (modo di essere, un'espressione contingente) della sostanza unica e se vuole ambire alla libertà deve convincersi della sua assoluta limitazione, negare tutto ciò che lo allontana da questa persuasione, mettere da parte ogni desiderio e passionalità ed accettare di far parte di quella essenziale identificazione di "Deus sive Natura", per cui la libertà dell'uomo non è altro che la capacità di accettare la legge della necessità che domina l'universo. L'uomo è dunque inserito in un meccanismo deterministico per cui tutto accade, perchè era già stato scritto che doveva accadere: da questo di deduce che solo Dio è libero in quanto "causa sui", causa di sé stesso, unica sostanza.


(Fonte: "Libertà", https://it.wikipedia.org/wiki/Libertà#cite_note-29 > "Libertà positiva e negativa" > "Razionalismo, empirismo ed illuminismo")

Nessun commento:

Posta un commento