22 maggio 2020

STEP#18 - La libertà nella filosofia contemporanea

«L’uomo è condannato ad essere libero»

Jean-Paul SartreLa nausea (1938)


In questo post voglio analizzare la presenza del concetto di libertà nella filosofia contemporanea, in particolare voglio parlare della libertà nel pensiero di Jean Paul Sartre, importante filosofo esistenzialista francese del XX secolo.

In quell'epoca, la società era devastata dalle due guerre mondiali ed erano entrati in crisi i valori borghesi. In questo periodo si stava cercando di rifondare la morale, soprattutto dopo che l'avvento di Nietzsche e del suo nichilismo hanno scosso la società sul finire dell'ottocento. Sartre prova a dare risposta a questo e pubblica la sua opera maestra, La nausea (1938): in quest'opera, Sartre afferma che il mondo, così come la nostra esistenza, non ha un senso a priori, l'uomo non è voluto da nessuna entità superiore, non è necessario o frutto di una deliberata volontà. Siamo in questo mondo per caso, gettati e nati in una pura contingenza. Non c’è nessuna ragione di esistere, ma siamo in questo mondo e dobbiamo vivere nostro malgrado. L’uomo deve quindi inventarsi totalmente da sé e deve decidere una propria morale. 

È importante ricordare che ogni vita dipende interamente da chi la conduce e dalle scelte che il soggetto prendeQui Sartre recupera il concetto kirkegaardiano della possibilità e si allontana da tutte le filosofie a lui contemporanee che invece andavano verso un determinismo sempre più calzato e personale, in cui l’uomo sembrava non avere libertà. La vita secondo Sartre non è nulla prima di essere vissuta e il suo valore è il senso che le viene dato.



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